Percorso 2 - il Palazzo della Ragione e le sue Piazze |
I-Padova, prodotto da SoundTouring®, è un'audioguida innovativa della città di Padova, da ascoltare passeggiando con il proprio lettore mp3. L'audioguida si compone di tracce scaricabili, ascoltabili sul proprio lettore di file audio e di una piantina della zona descritta, dove sono indicati i punti dai quali parte ogni singola traccia. Approfondimento Credits Tutti i contenuti del progetto I-Padova, tracce audio e testi, sono utilizzabili esclusivamente alle condizioni previste dal diritto d'autore (file pdf). PIANTINA TESTO COMPLETO PERCORSO GLI ALTRI PERCORSI TRACCIA 1 ![]() Dopo una breve nota introduttiva che contiene anche le istruzioni d'uso delle diverse tracce, il percorso comincia sotto il cosiddetto "Vòlto della Corda" (punto 1). Ci si sposta in Piazza dei Frutti da cui si possono vedere la facciata Nord del Palazzo. Il racconto ci cala, grazie anche all'intervento della prof.ssa Silvana Collodo dell'Università di Padova, nel contesto della Padova del '200, quando i suoi abitanti concepivano l'opera grandiosa del Salone. Il primo tratto di percorso termina alla colonna del Peronio (punto 2), dove inizia anche la seconda traccia. Ascolta la traccia Scarica la traccia TRACCIA 2 Dalla colonna del Peronio (punto 2) in Piazza dei Frutti ci si sposta verso Piazza dei Signori attraverso via San Clemente, mentre ascoltiamo alcune informazioni sugli antichi mestieri e su alcune corporazioni cittadine: i casolini che vendevano formaggio, i lanaioli, i barbieri che svolgevano anche funzioni di cerusici. Si entra così in Piazza dei Signori, dove si può osservare uno dei simboli della città, la torre con l'orologio-astrario ideato da Jacopo Dondi dell'Orologio, che mostra una particolarità nella decorazione legata alla vicenda del suo realizzatore: l'assenza del simbolo della bilancia come forma di protesta per il mancato pagamento di alcune spettanze. Il racconto si sofferma poi sul Palazzo della Gran Guardia e sul dominio di Padova da parte della Serenissima, mentre guardiamo il leone di San Marco sopra la colonna di fronte all'Orologio. Tornati poi indietro verso la chiesa di San Clemente scopriamo che qui si incontravano i membri di alcune corporazioni e da qui facciamo partire la traccia 3. Ascolta la traccia Scarica la traccia TRACCIA 3 ![]() Partendo dalla Chiesa di San Clemente cominciamo osservando alla destra dell'edificio, all'angolo con Via Fiume, una lapide che ci ricorda un fatto di sangue avvenuto a danno di alcuni studenti di Padova nel 1722 e di cui la narrazione audio ci darà maggiori dettagli. Imboccando Via Fiume ci troviamo di fronte alla parete ovest del Salone, dove possiamo vedere la Scala degli Erbivendoli, dal lato di Piazza dei Frutti, e la "Loggia dei Bandi", detta così perché da qui si leggevano editti e bandi, circondata da lapidi, stemmi, busti e insegne. Viene anche narrato l'aneddoto riguardante la storpiatura del nome dell'ideatore del primo nucleo del Palazzo identificato, nella lapide sulla parete, in un certo "Pietro Cozzo". Ci ritroviamo quindi all'imbocco di una delle gallerie che attraversano il piano terra del Salone, al punto 4, dove inizierà anche la traccia successiva. Ascolta la traccia Scarica la traccia TRACCIA 4 Esplorando le gallerie, ci immergiamo nell'atmosfera e nei profumi delle botteghe sotto il Salone, funzionanti da 800 anni, e che ancora oggi vendono le prelibatezze del territorio. Usciamo dall'altro lato del Palazzo, sul lato est, sotto il Vòlto della Corda. Qui scopriamo che il nome deriva dalla pratica delle punizioni con le corde per mentitori ed insolventi. Sempre da questo lato del Palazzo della Ragione troviamo anche il Cantón de le Busìe (Angolo delle Bugie) dove i commercianti si incontravano a contrattare e scolpite nel muro, sempre all'angolo di Piazza dei Frutti, le misure standard usate nelle compravendite: lo staro, cioè lo staio, per le granaglie, il còpo, il coppo, una misura più piccola sempre per i solidi, il quarèlo per i mattoni o i blocchi di pietra, il brazzolaro, o braccio padovano, per le stoffe e ogni misura lineare. Da qui rientriamo nelle gallerie del Salone per uscire dal lato sud, in Piazza delle Erbe, dove arriviamo al punto in cui avvieremo la traccia 5. Ascolta la traccia Scarica la traccia TRACCIA 5 ![]() Questa traccia ci parla di Piazza delle Erbe, con il suo caratteristico mercato e le attività delle botteghe medievali. Ci si sofferma in particolare sulla Scala del Vino, sul lato ovest, quello che confina con Via Fiume, dove si radunavano i portatori di vino che avevano, in caso di bisogno, anche il compito di spegnere gli incendi. La loro funzione di pompieri fu poco efficace durante il grande incendio del 1420 che fece andare a fuoco l'edificio e distrusse quasi tutto il Palazzo. Sempre sul lato ovest della Piazza si possono vedere le vie dove si concentravano le botteghe delle beccherie, delle macellerie, e le osterie dove si radunavano i giocatori di tarocchi. Sul lato sud del Palazzo, possiamo vedere bene l'orologio e la meridiana apposta in occasione del restauro settecentesco dei danni causati da un turbine. Di fianco alla meridiana, la Scala sul lato est porta alla loggia del primo piano e al punto 6. Ascolta la traccia Scarica la traccia TRACCIA 6 Dalla balconata della loggia si può avere una grandiosa visione d'insieme della sottostante Piazza ed immedesimarsi nei numerosi Papi e Re che sono passati di qui. Prima di entrare nella sala, sopra la porta d'ingresso, il bassorielievo di Pietro d'Abano ci introduce alle teorie di questo medico e filosofo che con le sue opere ha ispirato i cicli di affreschi all'interno del Salone: i due leggii simboleggiano la sua enorme cultura, l'ampolla portata dagli angeli le sue conoscenze mediche. Le sue teorie laiche non furono ben viste dalla Chiesa di allora e fu osteggiato apertamente dall'inquisizione che, non arrivando mai a condannarlo da vivo, ne bruciò però il cadavere dopo la morte, con l'accusa di stregoneria. Entrati attraverso la porta, possiamo ammirare la grandiosità dello spazio e la enormità del ciclo di affreschi. In fondo alla sala, sul lato ovest, spicca il gigantesco cavallo in legno fatto costruire per una giostra cittadina nel 1466 e che, per la sua eccezionale somiglianza con il cavallo della statua equestre di Gattamelata scolpita da Donatello, gli fu per anni erroneamente attribuito. Ascolta la traccia Scarica la traccia TRACCIA 7 ![]() Proprio dal cavallo ligneo parte la traccia 7 che descrive l'utilizzo che si faceva del Palazzo. Un tempo questo spazio era diviso in 3 sale che svolgevano le diverse funzioni di amministrazione della giustizia, poi diventate una delle più grandi sale a campata unica del Mondo. Il Salone era innanzitutto un tribunale e la sua attività ci viene illustrata dalla scena dipinta vicino alla porta-finestra: un giudice riconoscibile dal colletto, affiancato dal consigliario, senza colletto. Di fianco alla scena del processo si riconosce un drago, ad indicare che lì, sotto quell'insegna, si riuniva un tribunale. Per permettere agli analfabeti di presentarsi presso la corte che li doveva giudicare, queste venivano indicate con la raffigurazione di un animale. Scorrendo gli affreschi, se ne possono facilmente individuare diverse: drago, leone, bue, eccetera. All'angolo tra il lato nord e il lato est, la "Pietra del Vituperio" utilizzata per punire ed umiliare i debitori insolventi che dovevano rimanere in "braghe de tela" (in mutande) prima di cedere i propri beni ed andare in esilio. All'angolo tra il lato est e quello sud, quasi all'entrata, si può ammirare un "Pendolo di Foucault", realizzato dall'Università di Padova. Ci troviamo quindi al punto 8. Ascolta la traccia Scarica la traccia TRACCIA 8 Ci ritroviamo di fronte alla porta da cui siamo entrati per ripercorrere il ciclo degli affreschi, seguendo questa volta i più complessi affreschi a tema astrologico. Il prof. Giorgio Segato, critico d'arte, illustra il più grande ciclo astrologico del Mondo e come questo si basi sulle teorie di Pietro d'Abano e sull'antichissimo Calendario Tebaico che già 3000 anni fa aveva diviso il tempo in 360 gradi. Il ciclo è infatti diviso in 12 comparti, ognuno corrispondente ad un mese dell'anno. Basandosi sul principio secondo cui ciò che è in cielo è in terra, Pietro associa ad ogni mese un Santo protettore, un segno zodiacale di riferimento, il corrispondente pianeta dominante, le costellazioni, i mestieri correlati e le inclinazioni caratteriali. Tutti questi elementi sono rappresentati simbolicamente e in sequenza, quindi di fronte a noi, proprio davanti al Pendolo, sul lato est, da cui sorge il sole e che corrisponde alla Primavera e alla rinascita, potremo vedere la raffigurazione di S. Andrea, il mese di Marzo rappresentato da un cacciatore che suona un doppio corno, poi il segno zodiacale dell'Ariete, poi Marte, il pianeta corrispondente, raffigurato come un guerriero; le caratteristiche del periodo sono rappresentate dai guerrieri, il mestiere è quello dell'arrotino. Segue il santo successivo, San Giacomo, legato al mese di Aprile, al segno del Toro, eccetera. Dal lato opposto della sala l'uccisione del maiale, attività del mese di Dicembre, legato al segno del Capricorno. Tutti i gruppi di affreschi seguono lo stesso schema, quindi è possibile percorrere individualmente il ciclo e divertirsi a riconoscere simboli e rappresentazioni di ogni mese. All'interno del Salone sono presenti due punti audiovisivi che possono fornire ulteriori informazioni utili a conoscere meglio i significati degli affreschi. Ascolta la traccia Scarica la traccia TRACCIA 9 Al termine della visita, sopra la Porta Pretoria da cui normalmente si esce, possiamo vedere il bassorilievo del padovano Giovanni Battista Belzoni, raffigurato con un turbante per le sue attività in Egitto, che scoprì la Piramide di Chefrem, esplorò Geeza e Tebe. Appena oltrepassata la porta, possiamo notare sulla destra la porticina angusta dell' "Officium Malefici", il tribunale del maleficio, dove si giudicavano i reati di stregoneria. Ai piedi della monumentale scalinata del Comune, il giro si chiude di fronte all'icona della città, la statua della "vecchia Padova", tradizionalmente raffigurata come una anziana signora a ricordare che, secondo la leggenda, Padova fu fondata prima di Roma, da Antenore, che fuggì dalla città di Troia al termine della guerra contro i Greci. 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